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Ecco l’indirizzo:
www.intuitor.com/moviephysics
Questo blog è stato creato per raccogliere, analizzare, confrontare, dibattere, selezionare, offrire, commentare...film e, in genere, audiovisivi utili per la didattica, sia dal punto di vista del docente, sia da quello dello studente.
Che cosa succede nella vita quotidiana della gente comune quando la politica compie scelte economiche pericolose e drastiche? A questo interrogativo rispondono una serie di film inglesi ispirati alle privazioni, all’ondata di scioperi e alla pioggia di licenziamenti avvenuti durante il governo Thatcher, negli anni ’80. Come spiegare, perciò, questo clima e le ripercussioni che la fredda e asettica materia dell’economia (almeno quella che si studia a scuola) ha nella vita quotidiana ai nostri ragazzi, in un modo che li coinvolga e nello stesso tempo li induca a pensare alle conseguenze delle loro scelte, nel momento in cui si troveranno a dover attuare nella vita reale ciò che hanno imparato a scuola? Ma con un film, naturalmente!



Qualcuno, leggendo il titolo del film che mi accingo a proporvi, potrebbe storcere un po’ il naso. I docenti rigoristi potrebbero chiedersi se sia davvero il caso di far vedere film “da Blockbuster” ai ragazzi, che già di film ne vedono pochi e solitamente di basso livello culturale. Beh, la mia modesta opinione, invece, è che questo film merita non solamente una visione da parte delle nostre classi, bensì anche un’attenta analisi, e noi docenti siamo lì apposta!
tirata, alcune note tecniche su “V per Vendetta”. Il film è del 2006 e tra gli attori figurano Natalie Portman (la ragazzina di “Leon”, già vista in “Star Wars”, ma anche in film più impegnati come “Free zone”), Stephen Fry (protagonista di “Wilde”, alle prese anche stavolta con un ruolo gay) e John Hurt, schizofrenico Gran Cancelliere, riuscito miscuglio fra l’Hitler dei comizi più brucianti e qualche politicante moderno, che ricorda in certi tratti anche il nazista de “L’allievo” (non chiedetemi in cosa).
Un discorso a parte merita Hugo Weaving (che si avvia a diventare l’attore-feticcio dei Wachowski?): già agente Smith nella trilogia di Matrix (ma sorprendente anche in “Priscilla-La regina del deserto”), l’attore recita per tutto il tempo coperto dalla maschera di Guy Fawkes, da abito nero, mantello e guanti, senza mai rivelare il suo volto, che si immagina orribilmente sfigurato in un’esplosione. Immagino che la principale forza della sua interpretazione consista nella voce, che noi italiani non possiamo gustare, ma che viene egregiamente sostituita dal doppiatore italiano, anche se possiamo godere della gestualità e del linguaggio del corpo, attraverso cui Weaving riesce bene a trasmettere emozioni e pensieri del personaggio.
in particolare, da segnalare. Innanzitutto, è da sottolineare la quantità enorme di libri presente nella casa di V, che si contrappongono alla censura cieca del governo: i libri e le opere d’arte in generale figurano spesso sia nelle opere letterarie che in quelle figurative come simbolo di libertà di pensiero, di parola e di opinione, basti pensare a “Fahrenheit 451” di Bradbury, o, ad un livello più commerciale, a “Il codice del Quattro” di Caldwell e Thomason. Da notare, ancora, le tecniche di controllo messe in opera dai tiranni, come ad esempio la sorveglianza delle telefonate attraverso parole-chiave (come pare sia in atto negli Stati Uniti); la propaganda, che richiama tristemente quella dei regimi nazista e comunista, a cui si rifanno anche i due colori usati nel simbolo del tiranno, il nero ed il rosso; la lettera che Evey trova nella cella, scritta da una precedente detenuta, che fa capire come dietro ai numeri dei morti, in realtà, si nascondano persone, con le loro storie, le loro gioie e i loro dolori; le varie categorie di “diverso”, solamente accennate, che diventano via via da emarginare e da eliminare.
Ho riorganizzato parzialmente lo spazio link a destra: ho tolto alcuni link di alcune amiche che, purtroppo, non aggiornano più il loro blog, mentre ne ho inserito un paio veramente interessanti: entrambi trattano della scuola e dell'ambiente didattico in genere, con alcuni "gustosi" commenti su graduatorie, docenti e SSIS (ambiente dal quale proveniamo tutte!).
Oggi vi propongo un film d’annata, precisamente del 1974. Il film si intitola “Il fantasma della libertà” ed il regista è Luis Buñel, qui alla sua penultima prova. Questo è un ottimo film da inserire in un percorso che cerchi di far comprendere ai ragazzi il valore della libertà, nelle forme più disparate in cui essa si rivela, negli anfratti più reconditi della vita umana, nelle situazioni più pericolose in cui essa viene messa in dubbio.