Movies & Co. 4 School

Questo blog è stato creato per raccogliere, analizzare, confrontare, dibattere, selezionare, offrire, commentare...film e, in genere, audiovisivi utili per la didattica, sia dal punto di vista del docente, sia da quello dello studente.

lunedì, agosto 28, 2006

LINK: INTUITOR

Quest’oggi consiglio un sito ai docenti di materie scientifiche. Esso presenta diversi film fornendo una scheda che li analizzi da un punto di vista scientifico, attribuendo anche un voto, sottoforma di sigla, in base a quante leggi fisiche vengono rispettate o ... “buttate all’aria” nell’opera cinematografica in questione. Nel sito, molto semplice, viene anche messa in luce l’importanza che il cinema ha da un punto di vista didattico. Un esempio? “Spiderman”, che viene considerato completamente inattendibile, analizzando poi nello specifico tutte le assurdità presentate nell’opera. C’è da dire che in generale tutti i film di fantascienza sono complessivamente bocciati, ma c’era da aspettarselo. Unico inconveniente: il sito è in inglese!
Ecco l’indirizzo:
www.intuitor.com/moviephysics

mercoledì, agosto 23, 2006

LA NUOVA STAGIONE TELEVISIVA

Un paio di giorni fa è uscito in edicola il nuovo numero di “Tv Sorrisi & Canzoni”, il settimanale televisivo più importante, in cui le reti televisive presentano la nuova stagione televisiva. Riporto perciò alcune proposte che potrebbero interessare i docenti di varie materie. Naturalmente i vari film tv e serie devono ancora andare in onda, perciò non vi posso garantire sulla loro validità e sull’effettiva validità che essi possono avere in classe. Consiglio comunque di tenere il videoregistratore pronto, non si sa mai...
Cominciamo con RAIUNO.
Potrà ad esempio interessare i docenti di religione la miniserie “Papa Luciani, il sorriso di Dio”, trasmessa tra settembre e ottobre: protagonista sarà il bravo Neri Marcorè, che ridarà vita al papa dal pontificato brevissimo (33 giorni), mentre il regista è Giorgio Capitani. Sinceramente, però, non so quanto sia utile la visione in classe...
La rete trasmetterà, nello stesso periodo, un film tv diretto dai fratelli Frazzi ed interpretato da Massimo Dapporto ed Elena Sofia Ricci, che narra la storia di Giovanni Falcone, ispirato liberamente al libro “Storia di Giovanni Falcone” di Francesco La Licata. Ovvero, come spiegare ai ragazzi un periodo buoi vissuto dal nostro paese non molto tempo fa e l’eterna lotta contro la mafia, a poche settimane dall’arresto di Provenzano.
Ancora la mafia, ma quella americana di inizio secolo, è protagonista delle due puntate di “Joe Petrosino”, primo eroe dell’anti-mafia, ucciso a Palermo nel 1909. Una miniserie che può essere utile pure in un percorso che analizzi la storia della nostra emigrazione. Il protagonista è Beppe Fiorello.
Pochi sarebbero in grado di dire chi fu Ada Sereni: ebbene, la fiction in due puntate, intitolate “Exodus. I clandestini del mare” ci spiegherà chi è. La Sereni fu l’ispiratrice dell’operazione Exodus, cioè il viaggio di circa 25.000 ebrei sopravvissuti ai campi di sterminio nazisti verso l’Erez Israel, la Terra d’Israele, tra il giugno del 1945 e l’aprile del 1947. Il film potrebbe rispondere alla domanda degli studenti: “Ma perché la situazione in Medioriente è così disastrosa?” o forse no, non abbiamo elementi per dire che la fiction affronti i problemi che i futuri israeliani trovarono e crearono in Palestina. Ad interpretare la Sereni sarà Monica Guerritore.
Ancora Raiuno proporrà il remake di un celebre film di Damiano Damiani, “L’inchiesta”, che rilegge la storia di Gesù dal punto di vista delle autorità romane e soprattutto del centurione Valerio Tauro, antesignano dei nostri agenti segreti nel 35 d.C. La storia presenta aspetti interessanti e coinvolgenti (almeno a giudicare dal film di Damiani).
In novembre, invece, potremo guardare “I Mille”, fiction che racconta la famosa spedizione garibaldina attraverso la storia d’amore tra la principessa rivoluzionaria Isabella ed il suo insegnante di latino, convinto pacifista, tra i quali si insinua un valoroso ufficiale borbonico. Effettivamente, il rischio che la fiction si risolva in una pastosa storia romantica stile “Orgoglio” è forte, anche considerando le dichiarazioni del regista Stefano Reali: “La fiction è una storia di eroi per caso. Lo sbarco è vissuto dalla parte degli umili. Garibaldi, Bixio, Crispi sono solo figuranti sullo sfondo. Noi prendiamo il punto di vista dei poveracci che si trasformano in eroi sul campo”. Anche in questo caso staremo a vedere l’utilità didattica che la fiction potrà avere.
In dicembre arriva invece quello che il giornale definisce “uno dei fiori all’occhiello del servizio pubblico”, “Caravaggio”, fiction ispirata alla vita del celebre pittore ed interpretata da un somigliantissimo Alessio Boni. La vita di Michelangelo Merisi, però, verrà trasmessa prima anche al cinema, in una versione più corta. Che dire? I docenti di arte dovrebbero esultare, vista la bravura di Boni e il ricco allestimento di Raiuno, quindi...
In ottobre, invece dovremmo poter vedere “Cuori selvaggi”, miniserie ambientata in Sardegna nell’inverno del 1900. In realtà la storia è centrata sull’amore impossibile tra un tenente e la sorella del più pericoloso bandito della zone, ma potrebbe offrire alcuni spunti sulla vita e la situazione della Sardegna di inizio secolo e sui motivi dell’arretratezza economica dell’isola.
Tra ottobre e novembre ci aspetta “Assunta Spina”, che segnalo unicamente perché si tratta della trasposizione televisiva dell’omonimo dramma di Salvatore Di Giacomo e del film di cui fu protagonista Anna Magnani. Pochi spunti ci possono venire, a mio avviso, dalla trama, cioè dagli amori passionali e tormentati di Assunta.
Stessi dubbi mi vengono per un’altra fiction, anche a causa dell’attrice protagonista, Francesca Dellera. La serie si intitola “La contessa di Castiglione” e narra uno degli aspetti più curiosi e “pruriginosi” dell’unità d’Italia. Virginia Oldoini, sposa del vecchio conte Verasis di Castiglione, era considerata la donna più bella, amata e spregiudicata del tempo. Siamo così catapultati negli amori della contessa, ma anche nei calcoli di Cavour, che manda la nobildonna a Parigi per sedurre Napoleone III.
Solo due i lavori di CANALE 5 da segnalare: il primo, piuttosto importante e impegnativo sul piano emotivo, sarà trasmesso il 12 novembre. Si tratta di “Nassiriya”, la storia dei carabinieri colpiti esattamente tre anni fa dall’attentato suicida nell’omonima cittadina irachena. Protagonista è Raoul Bova, che ci ha già colpiti favorevolmente in “Ultimo”.
La seconda proposta è molto più leggera e la propongo solamente per l’affetto che mi lega al libro di Robert Louis Stevenson. “La freccia nera” verrà trasmessa dall’ammiraglia Mediaset in dicembre e vedrà come protagonisti due star dei teen-ager nostrani, Martina Stella e Riccardo Scamarcio, nei ruoli che furono di Loretta Goggi ed Aldo Reggiani (lo so, non c’è paragone, ma tant’è...). Un ulteriore inconveniente è dato dal fatto che nella nuova versione cambiano sia ambientazione (dall’Inghilterra della guerra delle Due Rose al Trentino del 1400) che nomi (Dick e Joanne diventano Marco e Giovanna), che, parzialmente, intreccio. Perciò non saprei quanto quest’opera può essere utile per un’eventuale spiegazione della trasposizione di un romanzo in forma cinematografica.
Infine, vorrei ricordarvi che con la nuova stagione riprendono alcune trasmissioni “fondamentali” per i docenti e anche per reperire materiali didattici. Su Raitre il “Passepartout” di Philippe Daverio dal 29 ottobre ci porta nei luoghi meno scontati dell’arte; dall’11 settembre Giovanni Minoli ci guida con il suo “La storia siamo noi”; dal 15 ottobre Neri Marcorè ci divertirà ancora con le opere di “Per un pugno di libri”; su Rete 4 dal 23 novembre Elena Guarnieri si occuperà di “Vite straordinarie”, mentre dal 28 settembre Alessandro Cecchi Paone tornerà con “Appuntamento con la storia”; su La7, dal 21 ottobre, il nuovo programma di Pierluigi Battista in 9 puntate metterà a nudo la Seconda Repubblica. Passando al lato scientifico della televisione, ecco che ritroviamo allora il “Superquark” di Piero Angela (Raiuno, da dicembre), il “Passaggio a Nord Ovest” di Alberto Angela (Raiuno, dal 16 settembre), “Geo&Geo” di Sveva Sagramola (Raitre, dal 18 settembre), “Alle falde del Kilimangiaro” (Raitre, dal 15 ottobre), “Gaia” di Mario Tozzi (Raitre, dal 18 novembre). Vi aggiungo, anche se poco convinta, “Voyager” di Roberto Giacobbo (Raidue, dal 17 settembre) ed “Elisir” di Michele Mirabella (Raitre, dal 26 novembre).
Vorrei poi segnalarvi, dal 4 settembre su Raiuno, la trasposizione televisiva de “Le ragazze di San Frediano” di Vasco Pratolini. Già nel 1945 ne era stato estratto un film , mentre ora il protagonista Giampaolo Morelli sarà conteso dalle star odierne Vittoria Puccini, Martina Stella, Chiara Conti e Camilla Filippi. Sempre Raiuno trasmetterà (tra molto tempo, però) “I Vicerè”, tratto dal romanzo di Federico De Roberto, per la regia di Roberto Faenza, con la partecipazione di Cristiana Capotondi, che impersonerà Teresa Uzeda, e Alessandro Preziosi, che sarà il fratello Consalvo. L’opera passerà l’anno prossimo prima nei cinema, in una versione più breve, mentre la tv trasmetterà in seguito la versione completa.
Mi viene spontanea una domanda: che finalmente la tv abbia capito che è inutile e controproducente realizzare sempre e solo versioni de “I promessi sposi”? Che si sia accorta che esiste qualche altro capolavoro nella storia letteraria italiana da far conoscere attraverso le immagini?

venerdì, agosto 11, 2006

GRAZIE, SIGNORA THATCHER

Che cosa succede nella vita quotidiana della gente comune quando la politica compie scelte economiche pericolose e drastiche? A questo interrogativo rispondono una serie di film inglesi ispirati alle privazioni, all’ondata di scioperi e alla pioggia di licenziamenti avvenuti durante il governo Thatcher, negli anni ’80. Come spiegare, perciò, questo clima e le ripercussioni che la fredda e asettica materia dell’economia (almeno quella che si studia a scuola) ha nella vita quotidiana ai nostri ragazzi, in un modo che li coinvolga e nello stesso tempo li induca a pensare alle conseguenze delle loro scelte, nel momento in cui si troveranno a dover attuare nella vita reale ciò che hanno imparato a scuola? Ma con un film, naturalmente!
Tra i tanti propongo “Grazie, signora Thatcher”, un piccolo lavoro del 1997, una co-produzione inglese e americana, che presenta uno dei divi attuali del cinema, anche di cassetta, come Ewan McGregor, affiancato da Tara Fitzgerald e da Pete Postlethwaite (il padre de “Nel nome del padre”). La vicenda si svolge nello Yorkshire nel 1989, in un paesino che basa la propria economia e sussistenza sulla miniera di zona, la quale viene appunto chiusa, provocando un’ondata di effetti devastanti nelle famiglie della cittadina. Addirittura la Grimley Colliery Band, una banda in cui suonano molti minatori, con una tradizione centenaria, risente della crisi, diventando il simbolo di un’Inghilterra fatta di cose semplici e povere. La banda partecipa ad un concorso molto importante proprio mentre la miniera chiude, ma il direttore dell’orchestra, se non altro, ha la possibilità di arringare il selezionatissimo pubblico dell’Albert Hall di Londra con una dura condanna della politica del governo. Il film, in particolare, segue le vicende di tre anziani (tra cui Postlethwaite), di un giovane (McGregor) e di una ragazza (Fitzgerald) infiltrata dal padrone della miniera.
L’opera si configura come un buon film, realista e vitale, ma non ancora con la forza delle opere di Ken Loach, alla cui produzione è stato affiancato.

Precisazioni: locandine

Non funzionando il caricamento immagini, nei precedenti post non ho potuto inserire le locandine dei film che ho proposto, salvo che per “Il fantasma della libertà”. Cerco di rimediare ora che il sistema sembra accettare le foto. Perciò vi inserisco le locandine di “Volevo solo vivere”, “I colori dell’anima”, “Pane e rose” e “Il postino”.

lunedì, agosto 07, 2006

V PER VENDETTA

Qualcuno, leggendo il titolo del film che mi accingo a proporvi, potrebbe storcere un po’ il naso. I docenti rigoristi potrebbero chiedersi se sia davvero il caso di far vedere film “da Blockbuster” ai ragazzi, che già di film ne vedono pochi e solitamente di basso livello culturale. Beh, la mia modesta opinione, invece, è che questo film merita non solamente una visione da parte delle nostre classi, bensì anche un’attenta analisi, e noi docenti siamo lì apposta!
Il film in questione, “V per Vendetta”, è una megaproduzione americana, tratta dall’omonimo fumetto, con tutti gli effetti speciali del caso, sceneggiata dai fratelli Wachowski, gli stessi creatori della trilogia di “Matrix”. A questo punto molti occhi si stanno rivolgendo verso il cielo, visto non solo il genere di film a cui ci hanno abituati, ma anche la vita privata dei registi. Ebbene, faccio mia una frase del film, che recita testualmente: “Gli scrittori raccontano menzogne per rivelare la verità, i politici raccontano menzogne per coprirla”. In effetti, molte opere di fantasia, fantasy, fantascienza, fantapolitica vengono spesso disprezzate e tacciate di essere favole, salvo poi recuperare come “pezzi di storia del cinema” o addirittura come “cult” i film scollacciati e volgari dell’Italia degli anni ’70.
Ma chi ha detto che a scuola non si possa presentare in maniera gradevole e stuzzicante temi scottanti ed impegnativi? Come si suol dire, il cibo che disgusta non viene digerito...Ed eccoci qui a spezzare una lancia a favore di opere, come quelle dei fratelli Wachowski, ma anche come quelle di Tolkien, C.S.Lewis e molti altri, che vengono puntualmente relegate nell’ambito di cinema/letteratura per ragazzi, senza essere state accuratamente analizzate.
Bene, dopo questa tirata, alcune note tecniche su “V per Vendetta”. Il film è del 2006 e tra gli attori figurano Natalie Portman (la ragazzina di “Leon”, già vista in “Star Wars”, ma anche in film più impegnati come “Free zone”), Stephen Fry (protagonista di “Wilde”, alle prese anche stavolta con un ruolo gay) e John Hurt, schizofrenico Gran Cancelliere, riuscito miscuglio fra l’Hitler dei comizi più brucianti e qualche politicante moderno, che ricorda in certi tratti anche il nazista de “L’allievo” (non chiedetemi in cosa).
Un discorso a parte merita Hugo Weaving (che si avvia a diventare l’attore-feticcio dei Wachowski?): già agente Smith nella trilogia di Matrix (ma sorprendente anche in “Priscilla-La regina del deserto”), l’attore recita per tutto il tempo coperto dalla maschera di Guy Fawkes, da abito nero, mantello e guanti, senza mai rivelare il suo volto, che si immagina orribilmente sfigurato in un’esplosione. Immagino che la principale forza della sua interpretazione consista nella voce, che noi italiani non possiamo gustare, ma che viene egregiamente sostituita dal doppiatore italiano, anche se possiamo godere della gestualità e del linguaggio del corpo, attraverso cui Weaving riesce bene a trasmettere emozioni e pensieri del personaggio.
Ma non per questo consiglio il film. L’opera si presta, infatti, ad appartenere ad un modulo/ciclo sulla libertà (v. anche precedente post su “Il fantasma della libertà”). Brevemente la trama: in un’Inghilterra dominatrice del mondo (anche degli U.S.A....) e dominata a sua volta da un governo tirannico, un giustiziere sorge improvvisamente il 5 novembre, giorno in cui si ricorda (o meglio, si dimentica) il fallito attentato di Guy Fawkes al Parlamento di Londra nel 1605, travestito appunto come il dinamitardo. Il film si dipana perciò come la lotta di V contro il governo tirannico, in generale, ma anche contro coloro che l’hanno torturato e sfigurato, attraverso una vendetta privata. Ma il film parla anche della progressiva presa di coscienza da parte della popolazione delle condizioni in cui è costretta a vivere, e da parte di un ispettore irlandese (popolo da sempre ostile agli inglesi) e di una giovane, Evey (Portman), che rivive attraverso V la perdita di genitori, fratello ed amici ad opera del tiranno.
Si tratta perciò di un film sulla inesausta necessità della libertà, sia di vivere dignitosamente le proprie idee, sia di amare. Alcuni tratti sono, in particolare, da segnalare. Innanzitutto, è da sottolineare la quantità enorme di libri presente nella casa di V, che si contrappongono alla censura cieca del governo: i libri e le opere d’arte in generale figurano spesso sia nelle opere letterarie che in quelle figurative come simbolo di libertà di pensiero, di parola e di opinione, basti pensare a “Fahrenheit 451” di Bradbury, o, ad un livello più commerciale, a “Il codice del Quattro” di Caldwell e Thomason. Da notare, ancora, le tecniche di controllo messe in opera dai tiranni, come ad esempio la sorveglianza delle telefonate attraverso parole-chiave (come pare sia in atto negli Stati Uniti); la propaganda, che richiama tristemente quella dei regimi nazista e comunista, a cui si rifanno anche i due colori usati nel simbolo del tiranno, il nero ed il rosso; la lettera che Evey trova nella cella, scritta da una precedente detenuta, che fa capire come dietro ai numeri dei morti, in realtà, si nascondano persone, con le loro storie, le loro gioie e i loro dolori; le varie categorie di “diverso”, solamente accennate, che diventano via via da emarginare e da eliminare.
Alcuni particolari, d’altra parte, rendono il film un po’ difficile da proporre, come il duello finale di V, una concessione al gusto per il truculento e per lo slow-motion che caratterizza i fratelli registi, e soprattutto la verbosità che contraddistingue i discorsi dei personaggi, principalmente di V e del Gran Cancelliere, che può rendere incomprensibile alcuni passaggi importanti della storia.
Credo comunque che il messaggio principale riesca a passare abbastanza chiaramente, perciò torno a consigliarvi questo film e vi lascio con la frase portante: “I popoli non dovrebbero avere paura dei governi, sono i governi a dover avere paura dei popoli”.
Il sito ufficiale del film, in italiano, è:
http://vforvendetta.warnerbros.com/
In italiano:
http://wwws.warnerbros.it/vforvendetta/

mercoledì, agosto 02, 2006

Precisazioni varie

Ho riorganizzato parzialmente lo spazio link a destra: ho tolto alcuni link di alcune amiche che, purtroppo, non aggiornano più il loro blog, mentre ne ho inserito un paio veramente interessanti: entrambi trattano della scuola e dell'ambiente didattico in genere, con alcuni "gustosi" commenti su graduatorie, docenti e SSIS (ambiente dal quale proveniamo tutte!).
Quindi, in bocca al lupo a Cippi ed Eloisa per i loro blog, il loro futuro, il loro lavoro e a chiunque si servirà, come spero, di questi strumenti informatici!

IL FANTASMA DELLA LIBERTA'

Oggi vi propongo un film d’annata, precisamente del 1974. Il film si intitola “Il fantasma della libertà” ed il regista è Luis Buñel, qui alla sua penultima prova. Questo è un ottimo film da inserire in un percorso che cerchi di far comprendere ai ragazzi il valore della libertà, nelle forme più disparate in cui essa si rivela, negli anfratti più reconditi della vita umana, nelle situazioni più pericolose in cui essa viene messa in dubbio.
Qualche nota particolare sul film: tra gli attori troviamo alcuni grandi, come Michel Piccoli, Monica Vitti, Milena Vukotic, Adolfo Celi, Michael Lonsdale, Adriana Asti; la produzione è italo-francese; l’opera dura 104 minuti.
Il film è costituito da una serie di episodi grotteschi, in ambientazioni diverse, legati semplicemente dal fatto che un personaggio passa dall’uno all’altro. Vediamo così i francesi repubblicani invadere la Spagna, alcuni frati che giocano a poker, nientemeno che con santini, mentre, poco dopo, un cecchino terrorizza e uccide la folla, per essere in seguito processato e liberato; continuiamo poi con l’inquietante telefonata che il prefetto di Parigi riceve dalla sorella morta, per recarci poi con lui allo zoo dove, come in un circolo, i soldati stanno sparando sui rivoltosi che gridano: “Vivan las cadenas” (tradotto in italiano con “Abbasso la libertà”), frase emblematica che ci dà la chiave di tutto il film e che ci riporta all’episodio iniziale: la libertà è sempre e comunque in pericolo, anche da parte di coloro che dovrebbero tenervi di più.
Già da questa veloce carrellata, possiamo intravedere come il film sia in realtà alquanto difficile, tragicomico e surreale. È assolutamente necessaria, perciò, una forte guida dell’insegnante, che aiuti a semplificare le numerose immagini simboliche e che sfrondi gli occhi dei ragazzi dalle immagini assurde e grottesche: esse, infatti, vanno contestualizzate all’interno dell’insieme dell’opera, per evitare che i ragazzi si fermino al surreale in quanto tale. Le gag memorabili, comunque, sono molte e piacevoli. Laughing 1