Movies & Co. 4 School

Questo blog è stato creato per raccogliere, analizzare, confrontare, dibattere, selezionare, offrire, commentare...film e, in genere, audiovisivi utili per la didattica, sia dal punto di vista del docente, sia da quello dello studente.

lunedì, agosto 07, 2006

V PER VENDETTA

Qualcuno, leggendo il titolo del film che mi accingo a proporvi, potrebbe storcere un po’ il naso. I docenti rigoristi potrebbero chiedersi se sia davvero il caso di far vedere film “da Blockbuster” ai ragazzi, che già di film ne vedono pochi e solitamente di basso livello culturale. Beh, la mia modesta opinione, invece, è che questo film merita non solamente una visione da parte delle nostre classi, bensì anche un’attenta analisi, e noi docenti siamo lì apposta!
Il film in questione, “V per Vendetta”, è una megaproduzione americana, tratta dall’omonimo fumetto, con tutti gli effetti speciali del caso, sceneggiata dai fratelli Wachowski, gli stessi creatori della trilogia di “Matrix”. A questo punto molti occhi si stanno rivolgendo verso il cielo, visto non solo il genere di film a cui ci hanno abituati, ma anche la vita privata dei registi. Ebbene, faccio mia una frase del film, che recita testualmente: “Gli scrittori raccontano menzogne per rivelare la verità, i politici raccontano menzogne per coprirla”. In effetti, molte opere di fantasia, fantasy, fantascienza, fantapolitica vengono spesso disprezzate e tacciate di essere favole, salvo poi recuperare come “pezzi di storia del cinema” o addirittura come “cult” i film scollacciati e volgari dell’Italia degli anni ’70.
Ma chi ha detto che a scuola non si possa presentare in maniera gradevole e stuzzicante temi scottanti ed impegnativi? Come si suol dire, il cibo che disgusta non viene digerito...Ed eccoci qui a spezzare una lancia a favore di opere, come quelle dei fratelli Wachowski, ma anche come quelle di Tolkien, C.S.Lewis e molti altri, che vengono puntualmente relegate nell’ambito di cinema/letteratura per ragazzi, senza essere state accuratamente analizzate.
Bene, dopo questa tirata, alcune note tecniche su “V per Vendetta”. Il film è del 2006 e tra gli attori figurano Natalie Portman (la ragazzina di “Leon”, già vista in “Star Wars”, ma anche in film più impegnati come “Free zone”), Stephen Fry (protagonista di “Wilde”, alle prese anche stavolta con un ruolo gay) e John Hurt, schizofrenico Gran Cancelliere, riuscito miscuglio fra l’Hitler dei comizi più brucianti e qualche politicante moderno, che ricorda in certi tratti anche il nazista de “L’allievo” (non chiedetemi in cosa).
Un discorso a parte merita Hugo Weaving (che si avvia a diventare l’attore-feticcio dei Wachowski?): già agente Smith nella trilogia di Matrix (ma sorprendente anche in “Priscilla-La regina del deserto”), l’attore recita per tutto il tempo coperto dalla maschera di Guy Fawkes, da abito nero, mantello e guanti, senza mai rivelare il suo volto, che si immagina orribilmente sfigurato in un’esplosione. Immagino che la principale forza della sua interpretazione consista nella voce, che noi italiani non possiamo gustare, ma che viene egregiamente sostituita dal doppiatore italiano, anche se possiamo godere della gestualità e del linguaggio del corpo, attraverso cui Weaving riesce bene a trasmettere emozioni e pensieri del personaggio.
Ma non per questo consiglio il film. L’opera si presta, infatti, ad appartenere ad un modulo/ciclo sulla libertà (v. anche precedente post su “Il fantasma della libertà”). Brevemente la trama: in un’Inghilterra dominatrice del mondo (anche degli U.S.A....) e dominata a sua volta da un governo tirannico, un giustiziere sorge improvvisamente il 5 novembre, giorno in cui si ricorda (o meglio, si dimentica) il fallito attentato di Guy Fawkes al Parlamento di Londra nel 1605, travestito appunto come il dinamitardo. Il film si dipana perciò come la lotta di V contro il governo tirannico, in generale, ma anche contro coloro che l’hanno torturato e sfigurato, attraverso una vendetta privata. Ma il film parla anche della progressiva presa di coscienza da parte della popolazione delle condizioni in cui è costretta a vivere, e da parte di un ispettore irlandese (popolo da sempre ostile agli inglesi) e di una giovane, Evey (Portman), che rivive attraverso V la perdita di genitori, fratello ed amici ad opera del tiranno.
Si tratta perciò di un film sulla inesausta necessità della libertà, sia di vivere dignitosamente le proprie idee, sia di amare. Alcuni tratti sono, in particolare, da segnalare. Innanzitutto, è da sottolineare la quantità enorme di libri presente nella casa di V, che si contrappongono alla censura cieca del governo: i libri e le opere d’arte in generale figurano spesso sia nelle opere letterarie che in quelle figurative come simbolo di libertà di pensiero, di parola e di opinione, basti pensare a “Fahrenheit 451” di Bradbury, o, ad un livello più commerciale, a “Il codice del Quattro” di Caldwell e Thomason. Da notare, ancora, le tecniche di controllo messe in opera dai tiranni, come ad esempio la sorveglianza delle telefonate attraverso parole-chiave (come pare sia in atto negli Stati Uniti); la propaganda, che richiama tristemente quella dei regimi nazista e comunista, a cui si rifanno anche i due colori usati nel simbolo del tiranno, il nero ed il rosso; la lettera che Evey trova nella cella, scritta da una precedente detenuta, che fa capire come dietro ai numeri dei morti, in realtà, si nascondano persone, con le loro storie, le loro gioie e i loro dolori; le varie categorie di “diverso”, solamente accennate, che diventano via via da emarginare e da eliminare.
Alcuni particolari, d’altra parte, rendono il film un po’ difficile da proporre, come il duello finale di V, una concessione al gusto per il truculento e per lo slow-motion che caratterizza i fratelli registi, e soprattutto la verbosità che contraddistingue i discorsi dei personaggi, principalmente di V e del Gran Cancelliere, che può rendere incomprensibile alcuni passaggi importanti della storia.
Credo comunque che il messaggio principale riesca a passare abbastanza chiaramente, perciò torno a consigliarvi questo film e vi lascio con la frase portante: “I popoli non dovrebbero avere paura dei governi, sono i governi a dover avere paura dei popoli”.
Il sito ufficiale del film, in italiano, è:
http://vforvendetta.warnerbros.com/
In italiano:
http://wwws.warnerbros.it/vforvendetta/