GRAZIE, SIGNORA THATCHER

Tra i tanti propongo “Grazie, signora Thatcher”, un piccolo lavoro del 1997, una co-produzione inglese e americana, che presenta uno dei divi attuali del cinema, anche di cassetta, come Ewan McGregor, affiancato da Tara Fitzgerald e da Pete Postlethwaite (il padre de “Nel nome del padre”). La vicenda si svolge nello Yorkshire nel 1989, in un paesino che basa la propria economia e sussistenza sulla miniera di zona, la quale viene appunto chiusa, provocando un’ondata di effetti devastanti nelle famiglie della cittadina. Addirittura la Grimley Colliery Band, una banda in cui suonano molti minatori, con una tradizione centenaria, risente della crisi, diventando il simbolo di un’Inghilterra fatta di cose semplici e povere. La banda partecipa ad un concorso molto importante proprio mentre la miniera chiude, ma il direttore dell’orchestra, se non altro, ha la possibilità di arringare il selezionatissimo pubblico dell’Albert Hall di Londra con una dura condanna della politica del governo. Il film, in particolare, segue le vicende di tre anziani (tra cui Postlethwaite), di un giovane (McGregor) e di una ragazza (Fitzgerald) infiltrata dal padrone della miniera.
L’opera si configura come un buon film, realista e vitale, ma non ancora con la forza delle opere di Ken Loach, alla cui produzione è stato affiancato.
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