IL FLAUTO MAGICO


Nonostante la storia non abbia nulla a che fare con Shakespeare, tuttavia la familiarità che il regista intrattiene con lui e la capacità di maneggiarne a piacimento le storie e le sfumature rendono impossibile non pensare al Bardo e a qualcuna delle sue opere quando si guarda questo film, come per esempio “Sogno di una notte di mezza estate” o “Come vi piace”, o a trasposizioni cinematografiche proprio di Branagh: il potente “Amleto” del 1996, con la sua modernità e il suo barocchismo, si completa proprio con “Il flauto magico”, che ne riprende alcuni moduli tecnici, come i piani-sequenza iniziali. L’opera di Branagh, perciò, è completamente differente da quella, certo più fedele, di Ingmar Bergman, ma trasforma sapientemente il capolavoro di Mozart in un’operetta o, anche in un musical. Vi si aggiunga che gli attori, non professionisti ma veri cantanti d’opera, sono all’altezza della situazione e rendono efficacemente

Il film dura due ore e 15’.
E ricordate: “Le stelle stanno a guardare perché l’amore obbedisce ad una legge più alta”
2 Comments:
At 10:30 AM,
ELENA TAVELLIN said…
Ricorda: pochi lettori...ma buoni!
Sempre fedele
E.T.
At 2:47 PM,
La profe said…
Ah, siamo al "semper fidelis" dei marines...beh, lo spirito dei prof in certe scuole è quello!Eheheheh...Grazie 1000 di esserci!
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