EXCALIBUR

Un recente percorso attuato in classe (seconda media) incentrato sulla narrativa fantasy mi ha fatto nascere l’idea di presentare questo film, un po’ datato ma ancora stupendo e soprattutto utile per gli scopi che mi ero prefissa.
“Excalibur”, infatti, è stato la naturale conclusione del percorso didattico, che ha portato a toccare sia il linguaggio verbale che quello cinematografico, ma mi ha anche permesso un bel collegamento tra narrativa fantasy, necessariamente contemporanea (per intenderci, da Tolkien in poi), e grandi epopee medievali, quali il ciclo bretone di re Artù, dalle quali gli autori di questo genere romanzesco attingono ancora a piene mani.
“Excalibur” è un film del 1981, della durata di 134’, per la regia di John Boorman (del quale ricordiamo anche “Il sarto di Panama” e “In my country”), con la partecipazione di attori non particolarmente famosi ma certamente molto intensi, quali Nigel Terry, Cherie Lunghi e Nicholas Clay, e altri che avrebbero raggiunto il successo poco dopo, come Helen Mirren, Liam Neeson e Gabriel Byrne.

La sceneggiatura è ispirata direttamente a “La morte d’Arthur” di Thomas Malory e viene ambientata in paesaggi irlandesi di grandissimo effetto, con un’attenzione particolare ai costumi e ai colori: la nebbia grigia che segna l’indecisione, il verde che prevale nella sezione in cui si mostra il rapporto privilegiato tra uomo e natura, il bianco della pace di Camelot, il rosso della sezione finale, con il sangue, la morte, la guerra.

Il film fu il prototipo di un nuovo genere denominato “sword and sorcery” (spada e magia), di cui fa parte l’ormai famosissimo “Signore degli anelli” di Jackson, e come prototipo pecca di alcuni difetti: la recitazione è a tratti troppo impostata, la musica originale è meglio lasci il posto a Wagner, il film nel complesso non brilla di originalità, tanto da essere senz’altro superato da esempi successivi. Il film è tuttavia da consigliare proprio per questo suo rifarsi direttamente ai testi originali e per la riproposizione di un Medioevo cupo, magico e guerriero.
Attenzione comunque ad alcune scene, in cui le passioni che animano gli uomini, siano esse positive o negative, esplodono in tutta la loro violenza.
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