Movies & Co. 4 School

Questo blog è stato creato per raccogliere, analizzare, confrontare, dibattere, selezionare, offrire, commentare...film e, in genere, audiovisivi utili per la didattica, sia dal punto di vista del docente, sia da quello dello studente.

lunedì, maggio 28, 2007

FREE ZONE



Del 2005, come i film precedentemente presentati, è anche “Free zone”, per la regia prestigiosa di Amos Gitai, con l’interpretazione di Natalie Portman (attualmente nelle sale con “Goya’s ghost - L’ultimo inquisitore”). Nell’ora e mezza di durata, Gitai ci racconta l’incontro di tre donne che sembrerebbero non aver nulla in comune, un’americana, un’israeliana e una palestinese. In un periodo di stallo nella zona mediorientale, che tuttavia rimane bollente, questo di Gitai è un film forse troppo speranzoso, ma che comunque getta uno sguardo sul domani della zona tra Gerusalemme e la Giordania, sorretto soprattutto dall’ottima prova delle tre protagoniste (la suddetta Portman, Hana Laszlo, Hiam Abbass) e dalla visione che il regista israeliano ci offre di angoli sconosciuti del suo paese, come, appunto, la free zone, in cui si può commerciare senza dogane nè tasse e che attira con la sua vivacità ebrei, palestinesi, giordani, egiziani, iracheni, siriani, snza che questo faccia sorgere conflitti di alcun genere. Ma se in questa zona la tollerenza è possibile, perchè allora non ci può essere anche nel resto del paese? Questo viene naturale chiedersi dopo 70 anni di guerra quasi ininterrotta. Azzeccata la scelta della Portman come protagonista, un’attrice malleabile nata a Gerusalemme ma cresciuta negli Stati Uniti. Il film costituisce perciò uno sguardo nuovo sul Medioriente ed in generale sui rapporti che si instaurano tra popolazioni differenti, tra comprensione ed intolleranza.
Una curiosità: ascoltate il canto in sottofondo durante la sequenza d’apertura. Ricorda qualcosa?
Il sito è: www.luce.it/istitutoluce/film/freezone.html

venerdì, maggio 18, 2007

IL FLAUTO MAGICO

Cari (4) lettori (ma forse siete solo 2...), rimaniamo nell’ambito delle discipline scolastiche meno considerate dai nostri orari quotidiani per suggerire un film che può introdurre piacevolmente i ragazzi nel mondo della musica operistica. Si tratta de “Il flauto magico”, opera del 2005 di un immaginifico Kenneth Branagh, per una volta lontano dall’amato sir William (Shakespeare). O forse no... La storia del film è quella del libretto operistico di Schikaneder su musiche di Mozart, scritto in tedesco e per l’occasione tradotto in inglese da Stephen Fry: la Regina della Notte chiede aiuto al prode Tamino per salvare la figlia Pamina, rapita da Sarastro, che sembra un uomo terribile ma in realtà si rivela un saggio in cerca di pace. Ad aiutare Tamino c’è Papageno, il custode degli uccelli, mosso anch’egli, come il ragazzo, dall’amore. Inutile dire che le musiche sono meravigliose, ma Branagh ci mette del suo realizzando un film veramente degno di essere visto e riscoperto: l’ambientazione si sposta durante la prima guerra mondiale e la luce viene usata con rara maestria, aiutata anche dai colori e dai costumi.
Nonostante la storia non abbia nulla a che fare con Shakespeare, tuttavia la familiarità che il regista intrattiene con lui e la capacità di maneggiarne a piacimento le storie e le sfumature rendono impossibile non pensare al Bardo e a qualcuna delle sue opere quando si guarda questo film, come per esempio “Sogno di una notte di mezza estate” o “Come vi piace”, o a trasposizioni cinematografiche proprio di Branagh: il potente “Amleto” del 1996, con la sua modernità e il suo barocchismo, si completa proprio con “Il flauto magico”, che ne riprende alcuni moduli tecnici, come i piani-sequenza iniziali. L’opera di Branagh, perciò, è completamente differente da quella, certo più fedele, di Ingmar Bergman, ma trasforma sapientemente il capolavoro di Mozart in un’operetta o, anche in un musical. Vi si aggiunga che gli attori, non professionisti ma veri cantanti d’opera, sono all’altezza della situazione e rendono efficacemente le parti loro affidate.
Il film dura due ore e 15’.
E ricordate: “Le stelle stanno a guardare perché l’amore obbedisce ad una legge più alta