FREE ZONE

Del 2005, come i film precedentemente presentati, è anche “Free zone”, per la regia prestigiosa di Amos Gitai, con l’interpretazione di Natalie Portman (attualmente nelle sale con “Goya’s ghost - L’ultimo inquisitore”). Nell’ora e mezza di durata, Gitai ci racconta l’incontro di tre donne che sembrerebbero non aver nulla in comune, un’americana, un’israeliana e una palestinese. In un periodo di stallo nella zona mediorientale, che tuttavia rimane bollente, questo di Gitai è un film forse troppo speranzoso, ma che comunque getta uno sguardo sul domani della zona tra Gerusalemme e la Giordania, sorretto soprattutto dall’ottima prova delle tre protagoniste (la suddetta Portman, Hana Laszlo, Hiam Abbass) e dalla visione che il regista israeliano ci offre di angoli sconosciuti del suo paese, come, appunto, la free zone, in cui si può commerciare senza dogane nè tasse e che attira con la sua vivacità ebrei, palestinesi, giordani, egiziani, iracheni, siriani, snza che questo
faccia sorgere conflitti di alcun genere. Ma se in questa zona la tollerenza è possibile, perchè allora non ci può essere anche nel resto del paese? Questo viene naturale chiedersi dopo 70 anni di guerra quasi ininterrotta. Azzeccata la scelta della Portman come protagonista, un’attrice malleabile nata a Gerusalemme ma cresciuta negli Stati Uniti. Il film costituisce perciò uno sguardo nuovo sul Medioriente ed in generale sui rapporti che si instaurano tra popolazioni differenti, tra comprensione ed intolleranza.
Una curiosità: ascoltate il canto in sottofondo durante la sequenza d’apertura. Ricorda qualcosa?
Il sito è: www.luce.it/istitutoluce/film/freezone.html

Una curiosità: ascoltate il canto in sottofondo durante la sequenza d’apertura. Ricorda qualcosa?
Il sito è: www.luce.it/istitutoluce/film/freezone.html