Movies & Co. 4 School

Questo blog è stato creato per raccogliere, analizzare, confrontare, dibattere, selezionare, offrire, commentare...film e, in genere, audiovisivi utili per la didattica, sia dal punto di vista del docente, sia da quello dello studente.

lunedì, aprile 30, 2007

LE MELE DI ADAMO

Storia, letteratura italiana, letteratura inglese, perfino scienze, musica, arte...i film da consigliare per le varie materie scolastiche sono infiniti, ma essi sono in gran numero (almeno ultimamente) anche per una materia “di nicchia”: la religione cattolica. Sorvolando sui prodotti televisivi che la Rai ha finanziato in questi anni, peraltro ottimi dal punto di vista della produzione (ultimo in ordine di tempo “L’inchiesta”, remake del famoso film di Damiani), e che in questo periodo stanno uscendo in dvd su “Sorrisi&Canzoni”, provo a suggerirvi uno strano film danese del 2005, “Le mele di Adamo”, per la regia di Anders Thomas Jensen. Niente a che fare con il racconto biblico, se non che le domande fondamentali dell’uomo, proprio a partire dalla creazione, sono calate nella realtà contemporanea, forse più vicina e comprensibile ai ragazzi (ma ci tengo a quel “forse”...). La trama in breve vede Adam, un galeotto neonazista, a fare i conti con la riabilitazione nella comunità di recupero di padre Ivan, uno strano prete protestante che lo sfida: Adam dovrà prendersi cura di un melo e realizzare una torta con i suoi frutti. La cosa, però, non si dimostrerà così facile.
Da una trama piuttosto semplice sorgono incredibilmente domande come se sia meglio porgere l’altra guancia o affrontare la realtà, oppure quale sia il confine tra fede e orgoglio.
Non pensiate che sia un film buonista, ma è un racconto morale, spiazzante e ricco di umorismo acido e “nordico”, che va attentamente spiegato ai ragazzi, perchè a tratti sembra prendere in giro la religione, e non certo esaltarla.
Il film dura 94’ e il sito italiano è: http://www.teodorafilm.com/film/mele_adamo/index.htm
Il sito ufficiale (povero e in danese...) è: http://www.adamsaebler.dk/

martedì, aprile 24, 2007

EXCALIBUR




Un recente percorso attuato in classe (seconda media) incentrato sulla narrativa fantasy mi ha fatto nascere l’idea di presentare questo film, un po’ datato ma ancora stupendo e soprattutto utile per gli scopi che mi ero prefissa.
Excalibur”, infatti, è stato la naturale conclusione del percorso didattico, che ha portato a toccare sia il linguaggio verbale che quello cinematografico, ma mi ha anche permesso un bel collegamento tra narrativa fantasy, necessariamente contemporanea (per intenderci, da Tolkien in poi), e grandi epopee medievali, quali il ciclo bretone di re Artù, dalle quali gli autori di questo genere romanzesco attingono ancora a piene mani.
Excalibur” è un film del 1981, della durata di 134’, per la regia di John Boorman (del quale ricordiamo anche “Il sarto di Panama” e “In my country”), con la partecipazione di attori non particolarmente famosi ma certamente molto intensi, quali Nigel Terry, Cherie Lunghi e Nicholas Clay, e altri che avrebbero raggiunto il successo poco dopo, come Helen Mirren, Liam Neeson e Gabriel Byrne.
La storia è quella risaputa di re Artù, della sua nascita adulterina da Uther Pendragon, del mago Merlino, delle guerre per trasformare Camelot in un regno di pace, della creazione della Tavola Rotonda e dell’amore illecito tra Lancillotto e Ginevra, per chiudersi con la morte di Artù per mano del malvagio Mordred.
La sceneggiatura è ispirata direttamente a “La morte d’Arthur” di Thomas Malory e viene ambientata in paesaggi irlandesi di grandissimo effetto, con un’attenzione particolare ai costumi e ai colori: la nebbia grigia che segna l’indecisione, il verde che prevale nella sezione in cui si mostra il rapporto privilegiato tra uomo e natura, il bianco della pace di Camelot, il rosso della sezione finale, con il sangue, la morte, la guerra.
Il film fu il prototipo di un nuovo genere denominato “sword and sorcery” (spada e magia), di cui fa parte l’ormai famosissimo “Signore degli anelli” di Jackson, e come prototipo pecca di alcuni difetti: la recitazione è a tratti troppo impostata, la musica originale è meglio lasci il posto a Wagner, il film nel complesso non brilla di originalità, tanto da essere senz’altro superato da esempi successivi. Il film è tuttavia da consigliare proprio per questo suo rifarsi direttamente ai testi originali e per la riproposizione di un Medioevo cupo, magico e guerriero.
Attenzione comunque ad alcune scene, in cui le passioni che animano gli uomini, siano esse positive o negative, esplodono in tutta la loro violenza.