Movies & Co. 4 School

Questo blog è stato creato per raccogliere, analizzare, confrontare, dibattere, selezionare, offrire, commentare...film e, in genere, audiovisivi utili per la didattica, sia dal punto di vista del docente, sia da quello dello studente.

domenica, febbraio 25, 2007

“HIS PREHISTORIC PAST”

Domenica 18 febbraio ho avuto l’occasione di assistere ad una conferenza intitolata “His Prehistoric Past: l’antico nel cinema, tra documento e finzione”, tenuta dal dott. Nicola Pavanello, regista teatrale.
Durante tale conferenza, peraltro molto interessante, il relatore sottolineato come il cinema spesso sia stato legato alla storia ed, anzi, come proprio la storia venga vista dal cinema come fonte inesauribile di trame ed ambientazioni. Durante la cavalcata nella storia del cinema fatta dal regista, egli ha suggerito diversi titoli, peraltro quasi tutti abbastanza datati, che vi riporto non tanto per una loro proposizione a scuola, quanto come approfondimento personale nell’universo di quest’arte. I film citati sono stati:

  • “La storia di Fabiola”, opera del 1947 di Blasetti
  • “Cabiria”, con la supervisione di Gabriele D’Annunzio
  • “Intolerance”, del 1916, di Griffith
  • “Pagine dal libro di Satana”, di Dreyer (soprattutto l’episodio con Gesù)
  • “Spartacus”, opera di Kubrik
  • “L’amore attraverso i secoli” (in inglese “The three ages”) di e con Buster Keaton, per un salto nel comico
  • “His prehistoric past”, del 1914, di e con Charlie Chaplin, da cui prende il titolo la conferenza
  • “Indiana Jones e i predatori dell’arca perduta” di Steven Spielberg
  • “Jurassic Park” ancora di Spielberg, per uno sguardo alla figura dell’archeologo nel cinema
  • “La presa del potere da parte di Luigi XIV”, del 1966, di Rossellini, nel suo periodo di attenzione per il cinema “didattico”
  • “Fellini Satirycon”, del 1968-69, di Federico Fellini, per un modello di cinema che nega a quest’arte la possibilità di ricostruire la storia
  • “Roma”, del 1972, in particolare l’episodio sulla riscoperta dell’antico.

mercoledì, febbraio 14, 2007

BRANCALEONE ALLE CROCIATE

Notando il fatto che ultimamente propongo film forse troppo recenti, ho deciso quest’oggi di fare un bel salto nel tempo e tornare al buon vecchio cinema anni ’70, con un’opera che ci riporti indietro al periodo medievale e che contemporaneamente permetta di imparare con leggerezza e divertimento. Il film in questione è “Brancaleone alle crociate”, diretto nel 1970 da Mario Monicelli, con uno straordinario Vittorio Gassman e altri nomi di rilievo, quali Adolfo Celi, Stefania Sandrelli, Paolo Villaggio, Gigi Proietti e Lino Toffolo. La trama è un po’ complicata: un gruppo di pellegrini, guidato da Brancaleone da Norcia, è diretto in Terra Santa, ma sorpreso da soldati nemici, si riduce a cinque persone, che, continuando il viaggio, salvano il piccolo Childerico, figlio del re normanno Boemondo, da un agguato tesogli da un sicario di Turone, fratello del re. Alla compagnia si aggiungono poi il sicario stesso, la strega Tiburzia, un frate flagellante e la nobile Berta, che viene creduta un lebbroso. L’armata giunge in Terra Santa, dove restituisce Childerico al padre e dove Brancaleone, nominato barone, si scontra con Turone in un duello dove in palio viene messa la mano di Berta. Brancaleone sta per vincere, ma Tiburzia, innamorata del paladino e gelosa, lo fa perdere. I cristiani vengono massacrati e Bracaleone insegue nel deserto Tiburzia, la quale, però, si sacrifica al posto del cavaliere quando la Morte ne reclama la vita. La donna, tuttavia, continuerà a restargli accanto sotto forma di gazza.
Il film, nonostante non sia ovviamente attendibile, ci mostra un medioevo lontano dagli stereotipi classici, infarciti di cavalieri senza macchia e senza paura e graziose principesse, per calarci in un ambiente più cencioso ma sicuramente più efficace e più aderente al vero. Inoltre, l’opera è gustosa grazie all’impasto linguistico parlato dai personaggi, un volgare italiano infarcito di goffi ma suggestivi latinismi.
Il film permette comunque ottimi approfondimenti sulle Crociate, sul potere della Chiesa medievale e sulla presenza normanna in Italia. Lo consiglio soprattutto alle medie inferiori.

martedì, febbraio 06, 2007

MY FATHER

La memoria aleggia ancora su di noi e, dopo il 27 gennaio, sabato 10 febbraio sarà il giorno della memoria degli eccidi comunisti delle foibe.
Vorrei però rimanere su un film che riguarda la seconda guerra mondiale e i perversi ideali del nazismo, un’opera che può essere presentata soprattutto alle superiori, in svariati percorsi che propongano sia un’analisi della ideologia che nutriva gli orrori contro l’umanità, sia in percorsi che riguardino la ricerca del sè, prima di tutto come ricerca delle proprie origini e della propria famiglia.
Il film in questione è “My father”, una coproduzione italo-brasiliano-ungherese del 2002, uscita però solamente l’anno scorso nelle sale. Il regista è italiano, Egidio Eronico, mentre gli attori sono internazionali e contano nientemeno che Charlton Heston nel ruolo principale, e F. Murray Abraham. La trama, abbastanza semplice, è tratta da una storia vera, narrata nel romanzo di Peter Schneider “Papà”, basato sull’unico incontro tra Mengele padre e figlio, avvenuto in Brasile nel 1977: Hermann si reca in Sudamerica per incontrare il padre, lo scienziato nazista Josef Mengele, ma il loro sarà un incontro traumatico, soprattutto per il figlio che, partito per ricevere spiegazioni e per sentire il pentimento per le torture di cui il padre fu responsabile, in realtà si trova di fronte un uomo che non rinnega i suoi deliranti ideali. Per Hermann è un colpo durissimo, che lo porta sull’orlo del suicidio, se non avesse chiamato in aiuto un amico. Hermann racconterà tutto il suo incontro all’avvocato ebreo impersonato da F. Murray Abraham.
L’opera è l’ideale per chi vuole riflettere sulle radici del male, al di là della retorica, analizzando uno scontro etico, che travalica le ideologie, per risolversi nello straziante esame delle proprie origini, del proprio sangue, delle proprie scelte e del valore dell’individualità.
Il Mengele di Heston risulta però più affascinante del dovuto e porta anche a considerare la figura dell’attore in sè e per sè: Heston è sì stato aviatore contro i nazisti durante la seconda guerra mondiale, ma tuttora è presidente onorario della potentissima lobby americana delle armi, un’associazione che fomenta le guerre promosse dall’amministrazione americana e il “diritto” di tutti i cittadini ad avere un’arma, di qualsiasi genere. Fu lui a presiedere una conferenza propagandistica dell’associazione a Columbine pochissimo tempo dopo la famosa strage avvenuta nella scuola locale (vedere a proposito “Bowling a Columbine”). Certo, non è il caso di metterlo sullo stesso piano di Mengele, ma la comparazione fa riflettere.