LA RAGAZZA CON L'ORECCHINO DI PERLA
L’accenno che ho appena fatto alla Mostra del cinema di Venezia mi riporta con il pensiero ad un film che amo molto, “La ragazza con l’orecchino di perla”, poiché la protagonista è la giovanissima Scarlett Johansson, bersaglio principale dei flash fotografici a Venezia in quanto star di “Black Dahlia” di Brian de Palma, insieme con il fidanzato Josh Arnett.
Il film che invece vi consiglio oggi (in inglese “Girl with a pearl earring”) è quello che ha lanciato la giovane attrice nello star-system, dopo la buona prova di “Lost in translation”.
Il film è del 2003, una produzione inglese e lussemburghese, per la regia di Peter Webber, della durata di 95 minuti. La trama è ripresa, con qualche variazione dall’omonimo e ormai celebre romanzo di Tracy Chevalier (Guanda Editore, buona lettura che vi consiglio) e narra l’esperienza della giovane Griet come serva in casa di Johannes Vermeer, il pittore più famoso della Delft del XVII secolo. La ragazza si ritroverà elettivamente affine all’uomo (interpretato da un intenso e misuratissimo Colin Firth, che riesce a tradire le emozioni del pittore dietro uno sguardo severissimo), tanto da diventare la modella di uno dei più famosi (e, all’epoca, scandalosi) lavori del pittore.

Consiglio il film per molteplici motivi: è un ottimo film per i docenti di arte, innanzitutto perché tratta una “tranche de vie”, psicologica più che storica, di uno dei massimi esponenti della pittura fiamminga della seconda metà del XVII secolo, un artista che certamente non ha avuto la vita avventurosa di Caravaggio, e poi perché presenta una splendida fotografia, che fa sì che ogni scena ed ogni inquadratura si presentino come quadri fiamminghi, come dei tableaux vivant che ci immergono totalmente nello spirito e nell’arte del tempo, presentando quindi un ottimo esempio di tecnica cinematografica (da qui, tre Oscar per art director, costumi e fotografia). Il film, poi, mostra la situazione olandese nel ‘600, in una nazione religiosamente tollerante paragonata al resto d’Europa, ma che presentava comunque forti tensioni interne e con la confinante regione del Belgio. Vediamo così come la città fosse in realtà divisa in due zone, due quartieri con propri negozi, proprie piazze e proprie chiese e come potesse vivere una ragazza protestante costretta da una drammatica vicenda familiare e dall’indigenza a vivere in una famiglia cattolica. Esemplificative sono le raccomandazioni che la madre di Griet le fa prima che ella si trasferisca nella casa del padrone e il timore che la ragazza prova nei confronti del nuovo ambiente, quasi che la vicinanza con i cattolici possa inquinarla. Ecco che, perciò, il film può facilmente essere presentato da un docente di lettere che voglia rappresentare agli occhi dei suoi ragazzi la situazione quotidiana in un periodo di tensioni religiose come il ‘600. Un insegnante di arte o di educazione tecnica sarà interessato invece alla strumentazione usata, nel libro e nel film, da Vermeer per carpire la luce e i rapporti tra gli oggetti che compongono i suoi lavori. Le due opere, infatti, propongono l’ipotesi che egli conoscesse l’uso della camera ottica per aiutarsi nella composizione dei quadri.
Alcuni elementi rendono un po’ difficile la visione scolastica del film, come ad esempio l’atmosfera barocca, piena di sguardi complici e silenzi carichi di emozioni, che producono perciò un’opera fatta per essere guardata in silenzio; la scena della disperazione muta di Griet, che corre alla locanda dal suo fidanzato; le continue battaglie verbali e non tra la serva e la figlia maggiore di Vermeer.
È interessante notare, tra l’altro, che il libro della Chevalier presenta un capitolo finale, ambientato anni dopo la vicenda, che narra che cosa è successo in seguito ai personaggi della storia.
Altro libro consigliato sull’argomento è “Il maestro di Delft” di Anthony Bailey (Rizzoli).
Il sito ufficiale è:
www.girlwithapearlearringmovie.com/
mentre il sito italiano è:
www.mikado.it/laragazzaconlorecchinodiperla/
Il film che invece vi consiglio oggi (in inglese “Girl with a pearl earring”) è quello che ha lanciato la giovane attrice nello star-system, dopo la buona prova di “Lost in translation”.




È interessante notare, tra l’altro, che il libro della Chevalier presenta un capitolo finale, ambientato anni dopo la vicenda, che narra che cosa è successo in seguito ai personaggi della storia.
Altro libro consigliato sull’argomento è “Il maestro di Delft” di Anthony Bailey (Rizzoli).
Il sito ufficiale è:
www.girlwithapearlearringmovie.com/
mentre il sito italiano è:
www.mikado.it/laragazzaconlorecchinodiperla/
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